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Il treno per Istanbul

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Siamo di nuovo a bordo di un treno. Ma non di un treno qualsiasi. È il treno per antonomasia, il treno iconico, il simbolo del lusso che ha fatto da sfondo a diverse pellicole e ispirato tante pagine. Siamo sull’Orient Express. è questa l’ambientazione de Il treno per Istanbul (Stamboul Train) di Graham Greene. Scritto durante gli anni d’oro del ‘Grand Hotel su rotaie’ e appena prima del suo exploit come set del famoso assassinio nato dalla penna di Agatha Christie. Negli Stati Uniti esce con il titolo Orient Express . Io l’ho letto nell’ultima edizione di Sellerio curata da Domenico Scarpa e introdotta da una nota di Antonio Manzini. La traduzione è di Alessandro Carrera. Storia affascinante, avvincente, in cui Greene mette insieme un’umanità varia che abita gli scompartimenti del treno. Da Ostenda a Costantinopoli. Dal Belgio alla Turchia. Cinque stazioni. Cinque ‘capitoli’. Dell’autore avevo letto, ai tempi dell’Università e dei miei studi di letteratura straniera, la