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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020
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Oggi spazio alla Fantasia. Quella dote magica capace di trasformare gli oggetti, animare le storie: ce la insegnano i bambini. Ed è proprio pensando a loro che, ormai qualche anno fa, ho scritto questa filastrocca. Le stagioni Bruciano i piedi scottano le dita Ma questa vacanza sembra tutta in salita! Però se dalle onde ti lasci cullare la sabbia ardente potrai dimenticare Dopo lo studio il lavoro e la famiglia cosa c'è di meglio che fermarsi ad ascoltare una conchiglia? È tempo di giochi risate e nuotate Le giornate buie si sono allontanate E se l'estate ti porta allegria le altre stagioni mica son da buttar via Ognuna ha il suo vantaggio L'autunno è l'ideale per un viaggio E se a casa bisogna restare per il ritorno in classe ti devi preparare Frutti nuovi da assaporare E paesaggi speciali da ammirare Le foglie che cadono Le sfumature che invadono boschi e giardini per la gioia dei bambini Tutti pronti a trasformarsi in fantasmini per la festa che

Covid, pensieri e parole

Scrivere per esorcizzare le paure. Oggi metto io mano alla penna. O, meglio, condivido quello che, nei mesi scorsi, mi ha dettato l'emergenza Covid. Una parentesi dolorosa che tutti avremmo voluto chiudere da tempo. E oggi che rimbombano le stesse parole, le stesse frasi e le stesse preoccupazioni, ho ripensato a quando tutto questo ha avuto inizio. Ed eccoli i miei pensieri, in sequenza. A proposito di #coronavirus Ve lo dico in 'versi' con parole mie Se me l'avessero (pre)detto Non ci avrei mai creduto Se me l'avessero raccontato Non avrei immaginato Che un virus tanto potente Avrebbe messo a repentaglio la vita della gente Avrebbe stravolto il quotidiano Impedendo persino le strette di mano Sembrava uno scherzo di carnevale E invece le mascherine ci ricordano di quel male Sembrava un'influenza Si è tramutata in emergenza Vorremmo svegliarci tra qualche settimana Con questa criticità ormai lontana Con le scuole spalancate E le bocche ravvic

Il 'mistero' in una stanza

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  Intrigante e intricato. Come solo i gialli, quelli ben pensati e ben scrit ti, sanno esserlo. L’enigma della camera 622 di Jo ë l Dicker , pubblicato da La nave di Teseo , è un romanzo ‘sincero’, in netto contrasto con quel che avviene al suo interno ad opera dei protagonisti. Un romanzo cioè che si dichiara per quel che è: un enigma. Scritta in maniera arguta dalla sapiente penna di Dicker, la storia trova il suo perno nell’hotel extra lusso sulle Alpi svizzere, il Palace de Verbier. È qui (nella stanza del titolo) che, la notte dell’elezione del nuovo presidente di una importantissima banca ginevrina, viene commesso un delitto. Sono molti i sospettati dell’assassinio, ma pochi gli indizi. E così non se ne riesce a venire a capo. Passano quindici anni, e sulle tracce del colpevole di quel crimine ormai datato e consegnato all’oblio (almeno nelle intenzioni dell’hotel) ci finisce una improbabile coppia. Lui, lo Scrittore, affetto dalla “malattia degli