Tanto distanti, eppure vicini: come le stelle

 


Vi siete mai chiesti ‘qual è la distanza tra le stelle’? I più romantici la potranno misurare come lo spazio che separa i sogni espressi da quelli realizzati, gli studiosi si avvarranno di tutta una strumentazione. Chi ha letto il romanzo di Lily Brooks-Dalton (uscito per la prima volta nel 2017) sa che in quella distanza si possono cogliere tutte le sfumature del silenzio e che c’è un filo invisibile che tiene unite le persone anche a distanze cosmiche, un filo che niente e nessuno è in grado di spezzare definitivamente.

La distanza tra le stelle, edito dalla casa editrice Nord, esplora luoghi e ambientazioni inusuali.

Siamo all’interno di un osservatorio astronomico nell’Artico, presidiato dall’ultimo uomo rimasto ancorato allo studio delle stelle al quale ha dedicato tutta la sua vita: Augustine (Augie) resta lì, nonostante un allarme abbia richiamato tutti gli scienziati a casa. Lui, sceglie di restare; non ha nessuno da cui tornare e ha scorte sufficienti per il resto dei suoi anni.

E se lo sguardo dell’astronomo è rivolto verso il cielo, c’è qualcun altro che da lontano osserva invece la Terra. Due punti di osservazione opposti, eppure i loro sguardi sono destinati a incrociarsi nel silenzio interstellare. Lontani, ma in realtà più vicini di quanto possano immaginare. 

Il secondo sguardo appartiene a Sully. Insieme al suo equipaggio, è a bordo dell’astronave Aether. La missione verso l’orbita di Giove è stata un successo e consegnerà il suo nome alla storia. Ma, sulla via del ritorno, le comunicazioni con la base si interrompono. Sully non si dà per vinta e nel disperato tentativo di far arrivare a qualcuno il suo Sos cerca di ristabilire i contatti. Qualcuno, cioè l’unico a poterlo fare, le risponderà. Ed è facile leggere dietro quella richiesta di aiuto un bisogno più profondo di risposte da parte della vita.

Lo scenario è di quelli post apocalittici. La voce più assordante è quella del silenzio: silenzio è attorno all’Artico, ‘silenzio e solitudine’, ghiaccio e buio, animali selvatici e nessuna voce, all’infuori di quella del subconscio. Silenzio è nello Spazio, un silenzio che attraversa i pianeti. E silenzio, ‘un silenzio inquietante’, è quello che arriva dalla Terra con cui tutti i contatti sono saltati.

E se è vero che le stelle hanno distanze diverse tra loro e che la misura della distanza è una delle cose più difficili in astronomia, la situazione di difficoltà è un altro motivo ricorrente della storia. Augie è in difficoltà, così come lo sono Sully con l’equipaggio dell’Aether e tutto il genere umano sulla Terra.

La lettura di questo romanzo diventa un’esperienza visiva: ti fa guardare al di là dell’oblò dell’astronave per scoprire come ci si organizza per ri-creare una ‘Terra in miniatura’; e ti porta fino al Circolo Polare Artico, nella tundra, dove un uomo anziano è ai confini della civiltà e della sua vita. Anche lui, organizzandosi come può per ri-creare il suo mondo. Ripartendo da zero.

La trama si scopre lentamente. Fragili eppure tenaci, i rapporti umani, i legami, finiscono per essere i veri protagonisti della storia.

Il romanzo ha ispirato il film The Midnight Sky, diretto e interpretato da George Clooney.

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