Succede Nelle migliori famiglie

 

Succede anche Nelle migliori famiglie. Chi non ha mai sentito – o usato – questa
espressione magari mentre si commentava un fatto poco piacevole. Ma poi queste famiglie ‘migliori’ quali sono? O, meglio, ci sono famiglie migliori di altre? O, invece, ognuna ha in sé un suo equilibrio costruito negli anni e basato su rapporti personali e unici? L’ultimo romanzo nato dalla penna di Angelo Mellone dal titolo Nelle migliori famiglie, edito da Mondadori, ci apre uno spiraglio sulla famiglia Cometti. Una famiglia in vista, invidiata dalla Roma che conta. Piero, chirurgo plastico, ed Elisabetta Pignatelli, famosa conduttrice televisiva.

Le presentazioni non avvengono però in modo così canonico: irrompiamo nelle vite dei protagonisti (marito, moglie, tre figli, un quarto, il maggiore, morto un paio d’anni prima, investito da un’auto) in maniera brusca. Li conosciamo mentre sono in ansiosa attesa in un corridoio d’ospedale. La loro vacanza a Cortina d’Ampezzo – progettata dai figli per riunire a Natale i genitori, separati dopo la tragedia che ha colpito la famiglia – è stata interrotta. Il più piccolo dei tre è caduto su un pista da sci e ora si trova in codice rosso al pronto soccorso della località sciistica. È la vigilia di Natale. E si ha l’impressione che la scelta non sia casuale: è per antonomasia il momento dedicato all’unione famigliare (autentica o di facciata che sia), ai legami. E sono proprio questi – i rapporti e gli equilibri che si creano, ma che possono anche vacillare, fino al punto di crollare – i protagonisti del racconto. Il deserto corridoio d’ospedale illuminato a neon diventa il palcoscenico della storia dei protagonisti, rivissuta alla luce delle vicende più o meno recenti che l’hanno sconvolta e lontano dal trambusto della quotidianità. Un aside lungo un romanzo, che non risparmia colpi di scena, riflessioni profonde e conflitti che sembrano insolubili. Col fiato sospeso, mentre si è in attesa di conoscere le condizioni del ragazzo, con una lunga notte davanti a sé.

I tempi sono quelli contemporanei, fatti di dialoghi su WhatsApp e smart phone. È dicembre 2022, il primo Natale dopo la Clausura che, con il coprifuoco dovuto al virus Covid19, fanno parte, nel romanzo (come nella speranza di ognuno di noi), di un passato recente. I salti temporali sono orchestrati in modo da definire il quadro della situazione.


Infine, una nota personale. È stato piacevole, qua e là nella storia, rintracciare le origini, tarantine, dell’autore: nel riferimento, ad esempio, al parco archeologico di Porto Saturo o al mare di Castellaneta e, in maniera meno diretta, in espressioni come “un fantasma a cui brillavano solo gli occhi, come lampare in un mare oscuro” o “la figlia, accartocciata su se stessa come un ulivo antico, ...”

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