Arte e mistero: sulle tracce di Persefone



Una reliquia che rimanda al mito di Persefone e alla Taranto magnogreca. Una setta al femminile che custodisce e tramanda il culto e i rituali dedicati alla dea. Un delitto che sconvolge una comunità e che sarà il motore dal quale partiranno una serie di rivelazioni.

Arte e mistero si intrecciano nell’ultimo romanzo di Angela Giovanna Todaro dal titolo Il tocco di Persefone (Antonio Mandese editore).

La storia è ambientata a Taranto, ai giorni nostri, ma il richiamo al passato è forte e ha una duplice valenza, spaziale e temporale. Perché, se le origini del culto portato avanti dall’Ordine di Persefone sono da rintracciare nell’antichità, anche i luoghi, gli ipogei, le pietre della città vecchia e i muri scrostati dei palazzi trasudano storia e custodiscono segreti. L’autrice ci conduce abilmente tra le vie della città, la sua città, tra le usanze, la cadenza e il dialetto stretto della gente del posto, presentandoci la varia umanità che la popola, gli scorci più suggestivi, i colori più abbaglianti. E lo fa con dedizione e dovizia di particolari.

Al centro dell’azione c’è la famosa Persefone in Trono rinvenuta nel 1912 a Taranto, poi trafugata e acquistata alla fine della Grande Guerra dalla Germania e conservata a Berlino (una copia è al museo archeologico di Taranto). La storia della scultura, anch’essa dai risvolti misteriosi, è parte integrante del romanzo. Un thriller storico che prende le mosse da un omicidio consumato in un angusto vicolo del borgo antico; la vittima è la Madre Guardiana dell’Ordine. Parallelamente una professoressa di matematica di un liceo riceve un enigmatico messaggio attraverso il quale le viene affidato il Tocco della dea. Gli equilibri si rompono, le maschere cadono, svelando una realtà occulta, alimentata nell’ombra dalle sorelle dell’Ordine. Le indagini si dipanano lungo percorsi inattesi; l’attività investigativa riserverà più di un colpo di scena.

Infine i personaggi, veraci e presentati a tutto tondo, vivono e palpitano tra le pagine del romanzo. Li riesci a visualizzare nelle loro fattezze e a conoscerne i risvolti caratteriali. Sara Maiorino, l’insegnante di  matematica in perenne conflitto con sua madre Cassandra; il capitano dei Carabinieri Sartori con il maresciallo Scognamiglio al seguito; la variegata comunità scolastica e, sullo sfondo, personaggi che sembrerebbero fare da corollario, ma che si scoprono fondamentali tanto per lo sviluppo della trama quanto nell’offrire al lettore una panoramica quasi cinematografica.

Una lettura avvincente, un giallo dalle mille sfumature che tiene insieme la passione per l’arte e per la ricerca archeologica con quella per la scrittura. 
















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